Il Perricone di Fina è uno dei vini di quei vitigni tradizionali per i quali Bruno Fina continua la frenetica ricerca di vecchi cloni, nell'indagine del loro carattere antico e “originale”. Il Perricone è un autoctono originario della Sicilia occidentale. A fine Ottocento era il vitigno più coltivato nelle province di Palermo e Trapani; il suo sinonimo ""Pignatello"" secondo alcuni deriva dalle “pignatidare”, le terre rosse alluminose del Trapanese, che a loro volta traevano nome dall'impiego nella fabbricazione delle “pignatte” da cucina in terracotta. Questa tipologia di terreno è particolarmente vocata e qui il Perricone è stato inizialmente utilizzato per la produzione del Marsala Ruby. I vigneti di Fina sono coltivati a media densità d'impianto intorno ai 250 metri di altitudine. La vendemmia avviene a fine settembre; la fermentazione è svolta in acciaio, così come l'affinamento, completato poi da 6 mesi in bottiglia.

PERRICONE FINA: LA DEGUSTAZIONE

Il Perricone di Fina ha un bel colore rosso rubino intenso; al naso è scuro e territoriale, con note di ginepro, pepe nero, marasca, prugne sciroppate, chiodi di garofano, salvia essiccata. In evidenza al palato una vigorosa trama tannica salata, saporosità e una bella lunghezza. Perfetto con l'isolano maiale Nero dei Nebrodi arrosto.